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#ricette

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Torta improvvisata della domenica:

- farine di castagne, lenticchie e mix senza glutine (erano da finire)
- latte di soia
- olio evo
- lievito
- zucchero
- miele (opzionale)

Dosi ovviamente a c***o ma l'impasto deve essere abbastanza morbido (lavorabile con una forchetta per intenderci).

Adesso assaggiamo e vediamo cosa dice @FraNiky

#torta #cucina #ricette #colazione #buongiorno #vegetarianfood volendo anche #vegan #senzaglutine #ricettesegrete

Il Tajine Marocchino: Un Viaggio tra Sapori e Storia

Il tajine marocchino è un’autentica sinfonia di sapori: piccante e saporito, dolce e gustoso, con una salsa densa come uno sciroppo. È un abbraccio culinario di carne tenera, pesce o verdure stufati alla perfezione in una salsa densa e oleosa, impreziosita da frutta, erbe aromatiche, spezie, spesso addolcita con miele e ravvivata dal peperoncino. La tajine classica ci regala lo stufato di agnello con frutta secca, il pollo con limoni sottaceto e olive verdi, l’anatra con datteri e miele, e il pesce cucinato con pomodori freschi, limone e coriandolo.

Oggi possiamo gustare il tajine grazie ai berberi, popolo nativo dell’Africa settentrionale e dell’Egitto. Sebbene il tajine sia un piatto di origine berbera, altri popoli che hanno abitato il Marocco in epoche diverse hanno arricchito il suo sapore e la sua preparazione con il proprio patrimonio culturale. Questi includono gli arabi, i discendenti dei moreschi che migrarono dall’Andalusia, gli ebrei sefarditi e i colonizzatori francesi – un meraviglioso esempio di come la cucina diventi testimone di incontri tra civiltà.

È interessante notare come anche la Tunisia abbia il suo tajine, ma di natura profondamente diversa. La variante tunisina si avvicina più a una frittata italiana, o a ciò che noi chiameremmo una casseruola – un affascinante esempio di come lo stesso nome possa racchiudere tradizioni culinarie differenti.

Accomodati sulla tua sedia e lasciati trasportare dalla mia storia sul tajine marocchino. Una volta assaporato questo piatto, me ne sono innamorato incondizionatamente e per sempre. Non lasciarti confondere dalla ripetizione della parola “tajine” nel racconto. Il fatto affascinante è che il tajine non è solo il piatto che si gusta, ma anche il recipiente in cui viene cucinato. Questi recipienti sono straordinariamente insoliti e belli, qualcosa di veramente favoloso. Basta osservare quel caratteristico coperchio a cupola per comprenderne la magia.

I significati profondi del tajine marocchino

Il tajine non è semplicemente un oggetto decorativo – è ricco di significati culturali e pratici. Rappresenta il tegame perfetto per la cottura lenta, poiché grazie al suo coperchio a cupola, si crea un particolare processo di condensazione del vapore. Il tajine cuoce lentamente, a fuoco basso. Il vapore, arricchito dalle spezie, sale, si condensa sulle pareti della cupola e ricade dolcemente sugli ingredienti. Si crea così una circolazione costante di umidità all’interno del tajine. Grazie a questo processo alchemico, qualunque ingrediente venga cucinato nel tajine risulta straordinariamente tenero e succoso, avvolto da un vapore aromatico che racconta storie di terre lontane.

I tajine marocchini autentici sono realizzati in argilla, un materiale che parla della connessione con la terra. Possono essere smaltati e decorati con motivi pittorici, oppure lasciati al naturale. Per cucinare, è sufficiente un tajine semplice, senza necessità di decorazioni elaborate. Se hai la fortuna di procurarti un autentico tajine marocchino, ricorda di immergerlo in acqua per una notte intera prima del primo utilizzo – un rituale che riduce il rischio di crepe e prepara il recipiente al suo viaggio culinario.

I recipienti non smaltati hanno il pregio di assorbire le spezie e gli oli, così che il tuo tajine migliorerà il suo sapore ad ogni utilizzo, come un libro che si arricchisce ad ogni lettura. Quando scegli un tajine, assicurati che abbia un fondo molto spesso e pesante, altrimenti si romperà inevitabilmente. I marocchini hanno tradizionalmente cucinato i loro tajine sui carboni ardenti, in un dialogo diretto con il fuoco. Se utilizzi un fornello a gas, procurati uno spargifiamma. Con una stufa in vetroceramica, scegli un tajine dal fondo particolarmente spesso e utilizzalo con delicata attenzione.

Il Tajine Marocchino: Un Viaggio Culinario tra Tradizione e Tecnica

Questo meraviglioso metodo di cottura è davvero un tesoro della cucina nordafricana che racchiude in sé non solo una tecnica, ma un’intera filosofia culinaria.

Quando prepariamo un tajine marocchino, ciò che facciamo essenzialmente è stufare – un processo antico quanto la civiltà stessa. Che si tratti di carne, pollame, pesce o verdure, la magia avviene in quella caratteristica pentola conica che dà il nome al piatto stesso.

La brasatura, è quell’arte paziente di cuocere lentamente piccoli pezzi di cibo in un liquido che appena mormora. È un atto d’amore, un dialogo silenzioso tra il cuoco e gli ingredienti. Il liquido – che sia acqua, brodo o vino – diventa un messaggero di sapore, un veicolo che trasporta calore uniformemente attraverso ogni fibra del cibo.

Ricordo ancora la prima volta che vidi preparare un tajine nel mio locale, dalla mamma di una ragazza che lavorava in sala, le cui mani raccontavano storie di mille pasti. Mi spiegò che la vera anima del tajine risiede proprio in quella temperatura moderata, mai superiore agli 80 gradi. “È come cullare il cibo,” mi disse, “non aggredirlo.”

La bellezza di questa tecnica risiede nella sua capacità di trasformare i tagli più umili in piatti regali. L’agnello – preferibilmente colli o stinchi – si abbandona a questo abbraccio caldo per ore, sciogliendosi poi in bocca come un ricordo dolce. È la quintessenza della cucina popolare elevata ad arte: prendere ciò che è semplice e, attraverso la pazienza, renderlo sublime.

I limoni salati sono davvero un tesoro della dispensa marocchina. La fermentazione in salamoia è un altro esempio di come il tempo sia un ingrediente fondamentale in questa cucina. Un mese di attesa si trasforma in note di sapore impossibili da replicare altrimenti – agrodolci, complesse, profonde come la storia stessa di quelle terre.

La sua osservazione sul tajine di gamberi mi faceva sorridere – aveva colto un’importante verità culinaria: ogni tecnica ha i suoi protagonisti ideali. I gamberi, con la loro delicatezza, non sono forse i candidati migliori per lunghe cotture, eppure la sperimentazione ci porta talvolta a scoperte inaspettate.

Se dovessi dare un consiglio a chi si avvicina per la prima volta a questa cucina, direi proprio ciò che suggerisci: iniziate pure con una cocotte di ghisa se non avete ancora il tajine tradizionale, ma preparatevi – l’incantesimo di questo metodo di cottura vi conquisterà presto, e vi ritroverete a cercare quella caratteristica pentola conica che, come un vecchio saggio, custodisce segreti ancestrali di sapore e convivialità.

Ingredienti per Tajine di pollo con frutta caramellata:

Ingredienti

1 pollo (1,5 kg)
1 mela
1 pera
8-10 scalogni
1 cipolla
3 cucchiai di olio vegetale
2 bastoncini di cannella
cannella macinata per la decorazione
1 cucchiaio di zenzero grattugiato
2 cucchiai di semi di sesamo
200 ml. acqua di zafferano
2 cucchiai di olio vegetale
1 mazzetto di coriandolo legato con spago bianco
2 cucchiai di miele
20g di burro
30 ml di acqua di rose (opzionale)
sale, pepe a piacere

Passi per preparare questo tipo di tajine marocchino:

Tagliare il pollo in 8 pezzi. Scaldare l’olio vegetale nella base di una tagine. Tagliare la cipolla a dadini e soffriggerla nell’olio fino a quando sarà leggermente dorata. Aggiungere il pollo, il coriandolo, lo zenzero, le stecche di cannella, il sale, il pepe e l’acqua di zafferano. Chiudere la tagine con un coperchio e cuocere il tutto a fuoco lento per 45 minuti.
Sbucciare le mele e le pere, tagliarle in quarti ed eliminare i torsoli. Sciogliere il burro in una padella. Mescolare il miele. Mettere la frutta nella padella e farla caramellare. La frutta dovrebbe ricoprire tutti i lati di miele, assumendo un bel colore dorato e leggermente incrostato. Irrorare la frutta caramellata con acqua di rose (se si usa) e lasciarla bollire. Cospargere di cannella la frutta.
Versare lo scalogno sull’acqua bollente e lasciare riposare per 5-10 minuti. Questo lo renderà più facile da sbucciare. Scaldare l’olio vegetale in una padella, caramellare lo scalogno in esso per 10 minuti, o fino a quando non è rosolato su tutti i lati.
Se si desidera, la frutta può essere caramellata senza miele, come lo scalogno.
In una piccola padella, tostare delicatamente i semi di sesamo fino a quando non sono delicatamente dorati, mescolando costantemente per evitare che si attacchino.
Aggiungere le mele, le pere e lo scalogno al pollo cotto. Coprire la tagine con un coperchio e cuocere a fuoco lento per altri 15 minuti. Dopo 15 minuti, rimuovere il coriandolo.
Decorare il tagine con semi di sesamo. Potete immergere alcuni pezzi di frutta nei semi di sesamo per bellezza. Servire immediatamente.
Se decidete di ricreare completamente l’ambiente marocchino, dovreste riunire tutta la famiglia intorno al tavolo e mangiare il piatto finito con le mani, afferrando il cibo con indice, medio e pollice. È così che mangiano i veri marocchini! Ah sì, e non dimenticare di servire delle tortillas calde da intingere nella salsa.
Un po’ di zafferano:
Lo zafferano, il re indiscusso delle spezie, è spesso aggiunto alle tagine. Può essere utilizzato in modo più efficace se si prepara l’acqua allo zafferano. La soluzione preparata può essere conservata in frigorifero per tre o quattro settimane. Un cucchiaino di fili di zafferano darà 250 ml di acqua allo zafferano.

Preparare l’acqua allo zafferano.

Per farlo avete bisogno di:
Scaldare una padella a fuoco molto basso, e friggere gli stami mescolando costantemente per 2-3 minuti fino a quando lo zafferano diventa di un colore rosso intenso.
Trasferire immediatamente lo zafferano in un mortaio e macinarlo in polvere. Potete usare una piccola ciotola e un cucchiaio di legno.
Versate con cura la polvere in una brocca o in un bicchiere pulito, senza perdere nessuno dei suoi preziosi grani, e versateci sopra 250 ml di acqua calda. Chiudi bene e agita bene. Lo zafferano dovrebbe quasi dissolversi nell’acqua.
Lasciare raffreddare e mettere in frigorifero. Oppure utilizzare come indicato.

Tajine di manzo marocchino con frutta secca

Un giorno stavo facendo l’osso buco Tagine (cioè lo stinco di manzo). Non c’era altra carne disponibile. Trovo che per il Tagine, lo stinco è perfetto perché è carne con l’osso. I marocchini usano più spesso le parti meno costose dell’agnello o del manzo con l’osso. Poiché la tagine richiede molto tempo per cuocere, la carne alla fine diventa molto tenera e si stacca letteralmente dall’osso. Detto questo, niente e nessuno vi impedisce di usare parti più costose dell’animale.

Per prima cosa, occupiamoci del recipiente stesso – il Tagine.

Qual è il significato della cupola?

Grazie a un coperchio così insolito, otteniamo una condensazione di vapore, in cui qualunque cosa si cucini, tutto risulta molto tenero e succoso. Il fatto è che cuciniamo tutto con il coperchio chiuso e a fuoco molto basso. Così facendo, il vapore intriso di spezie sale, si condensa e risale. Le tagine autentiche hanno un foro nella cupola attraverso il quale il vapore in eccesso deve uscire. Altrimenti, cercherà di uscire nello spazio tra la base e il coperchio, il che non è giusto. Il piatto assorbirà correttamente i sapori delle spezie e delle erbe, diventando molto morbido e fragrante.

Allo stesso tempo otterremo carne o pesce succosi, a seconda di ciò che stiamo cucinando, e salsa – densa e fragrante come uno sciroppo. Inoltre, la carne sarà incredibilmente morbida. La carne nel tagine cuoce abbastanza a lungo, da due ore in su. Pollo, pesce e verdure non hanno bisogno di una cottura così lunga. Tuttavia, diventano anche molto deliziosi nella tagine, ottengono una consistenza e un sapore speciali. La tagine trattiene l’umidità al suo interno, da cui la succosità. Il calore viene cucinato dal basso, attraverso la base della tagine, e dall’alto, grazie alla cottura a vapore.

Il coperchio di solito ha un manico con un incavo, così è facile toglierlo e controllare il processo di cottura. È comodo mettere un cucchiaio nell’incavo, con il quale si mescola il tagine. Io, comunque, preferisco ancora una spatola di legno. Una volta rimosso il coperchio, si può servire il piatto direttamente nella base. La base è poco profonda e fatta così per una ragione. Il fatto è che i marocchini servono il piatto pronto nel piatto stesso, o lo mettono nella sua versione più ornata.

Mangia il tajine come fanno i marocchini!

In Marocco si mangia con le mani, spargendo il piatto in cerchio, afferrando il cibo con il pollice, l’indice e il medio. Si considera una cosa maleducata mettere le dita sul territorio del vicino. Anche se una tale usanza sembra strana per alcune persone, dovete essere d’accordo che c’è un sapore speciale in essa.

Cannelloni di crespelle di farina di castagne ripiene al funghi

Immagina di viaggiare attraverso le colline autunnali, dove l’aria è pervasa da un leggero profumo di castagne arrostite e boschi incantati. In questo scenario, i Cannelloni di Crespelle di Farina di Castagne ripiene di funghi emergono come un piatto che racconta storie di tradizioni culinarie e ingredienti genuini. La farina di castagne, con il suo sapore dolce e terroso, si sposa perfettamente con la ricchezza dei funghi, creando una sinfonia di sapori che riscalda il cuore.

Questa ricetta non è solo un omaggio alla cucina rustica, ma un invito a riscoprire il piacere di piatti fatti in casa. Ogni morso è un viaggio sensoriale, un incontro tra la delicatezza delle crespelle e il carattere deciso dei funghi, arricchito da erbe aromatiche e formaggi filanti. Preparatevi a stupire i vostri ospiti con un piatto che non solo sazia, ma racconta anche una storia di passione e autenticità.

Per le crespelle

  •  uova 3
  •  farina 150 g
  •  farina di castagne 150 g
  •  burro fuso 50 g
  •  latte 500 g

Per chi è intollerante, può sostituire il latte con del latte vegetale, come quello di cocco (per una versione più dolce), oppure del latte di riso. Sostituire la farina normale con quella senza glutine o farina di ceci. Per chi non tollera le uova, i semi di lino macinati, miscelati con acqua, formano un gel che può sostituire le uova. Lasciateli in ammollo per qualche ora prima di utilizzarli. (Questo metodo serve anche per fare dei crackers senza glutine.)

Incorpora le uova al composto di farina di castagne e latte, amalgamando fino a ottenere una pastella liscia e omogenea.

Ungi il fondo di una crepiera da 23 centimetri di diametro con un fiocchetto di burro e scaldala su fiamma vivace; versa un mestolo di pastella e fai ruotare la padella per distribuirla su tutta la superficie.

Stacca le crêpes aiutandoti con una spatola e impilale man mano su un piatto, per tenerle calde più a lungo 8; prosegui allo stesso modo fino a terminare la pastella

Per la salsa al parmigiano

  •  latte 0,5 lt
  •  fecola 30 g
  •  parmigiano 250 g

Prepara la salsa al parmigiano:
bollire il latte, aggiungere la fecola diluita in poca acqua fredda, unire il parmigiano. Mescolare con una frusta fino ad ottenere una salsa densa.

Puoi conservare la crema al parmigiano in frigo per 3 giorni al massimo, coperta con pellicola trasparente o all’interno di un contenitore ermetico.

Per gli intolleranti sostituire come negli ingredienti precedenti il latte e usare le scaglie di lievito secco alimentare per sostituire il formaggio.

Per il ripieno ai funghi

Funghi champignon 200 g
 Prezzemolo 1 cucchiaio
 Aglio 1 spicchio
 Olio extravergine d’oliva 3 cucchiai
 Sale a piacere
 Pepe a piacere

Procedimento

In una casseruola fate soffriggere l’olio d’oliva, il prezzemolo e l’aglio, quindi pulite, lavate e tagliate a fettine i funghi, uniteli al soffritto e saltateli per 15 minuti circa, aggiustando di sale e pepe.

Aggiungete due cucchiai di salsa al parmigiano per legare il tutto.

Farcite le crespelle con il ripieno ottenuto ripiegandole a cannellone, disponetele in una pirofila imburrata, cospargetele con il parmigiano e qualche fiocchetto di burro e una manciata di mandorle a lamelle, gratinandole in forno caldo per 10 minuti circa e servendole subito in tavola

Tempo di preparazione60 minutiPortatapiatti asciutti ; OrigineItaliaStagionalitàautunno invernoTipo di preparazionegratinare al forno o in padella

In passato il vino cha accompagnava le caldarroste era il novello, meglio ancora se leggermente mosso, per pulire la bocca dalla pastosità delle castagne. La scelta è sempre valida, ma in quasi tutte le regioni italiane ci sono altri vini rossi, giovani e leggeri, che possono abbinarsi molto bene.

LURETTA – BONARDA DOC “MANVANTARA” Piacevolezza e intensità avvolgono il degustatore al primo olfatto gli intensi aromi di questo vino che spaziano dai floreali fino ai più complessi balsamici. Caratteristica la morbida bevuta e piacevole del Bonarda, vitigno presente solo nel territorio di Piacenza.

I Cannelloni di Crespelle di Farina di Castagne Ripiene ai Funghi non sono solo un delizioso piatto della tradizione culinaria italiana, ma anche un simbolo di un legame profondo con la terra e le sue stagioni. La farina di castagne, un ingrediente tipico delle aree montane, rappresenta la resilienza delle comunità locali, che hanno saputo trasformare ingredienti semplici in piatti straordinari.

In molte regioni d’Italia, la castagna è celebrata durante le sagre autunnali, un momento di festa e condivisione che unisce le persone attorno a tavole imbandite. I funghi, raccolti nei boschi, raccontano l’amore per la natura e la tradizione di foraging, un’attività che connette le generazioni.

Preparare e gustare questo piatto diventa così un atto di valorizzazione delle radici culturali, un modo per onorare la storia delle comunità e la loro cucina, ricca di sapori autentici e storie da raccontare.

enricofulvio

Mousse di Riso al Cioccolato: Dolcezza Senza Rimpianti

Dopo gli eccessi tipici delle feste natalizie, è giunto il momento di tornare a nutrirsi in modo più equilibrato e leggero. Niente panico, però – non è necessario rinunciare al piacere del cibo. Al contrario, questa è l’occasione perfetta per riscoprire piatti semplici, freschi e incredibilmente saporiti.

Vediamo, ad esempio, un’insalata di stagione, ricca di verdure croccanti e condita con un’emulsione di olio e limone. O magari un piatto di pasta integrale condita con un sugo vegetale, leggero ma gustoso. E per dessert, cosa ne dite di una mousse a base di riso e cioccolato? Senza glutine né lattosio, ma con tutto il sapore che cercate.

L’obiettivo è ritrovare l’equilibrio e il piacere di mangiare bene, senza rinunciare ai nostri gusti preferiti. Basta scegliere ingredienti di qualità, preparazioni semplici e lasciarsi guidare dalla stagionalità. Il risultato? Piatti leggeri, nutrienti e, soprattutto, buonissimi.

Mousse di riso al cioccolatoCrema di riso al cioccolato con ananas, amaretti sbriciolati e zenzero candito

Budino di riso al cioccolato su mele caramellate allo zafferano

Ingredienti per 6 persone 

  • 1 lt acqua
  • 100 gr. riso carnaroli
  • 200 gr. zucchero di canna
  • 300 gr. cioccolato fondente 50% min. di cacao
  • 30 gr. cacao amaro in polvere
  • 200 gr. panna di soia
  • latte di riso al naturale q.b.
  • 200 gr. Mele golden già pulite
  • 3 zafferano bustine
  • 4 cucchiaini di miele di acacia
  • 1 cucchiaio di Calvados

Procedimento

Lessate il riso nell’acqua fino al suo completo assorbimento; frullate a crema il tutto e prendetene 400 gr. quando è ancora caldo (resterà più vellutato) e mettete il tutto nel mixer con lo zucchero, la panna di soia, il cioccolato, il cacao e frullate tutto fino ad ottenere una crema morbida e liscia, aggiungete un po’ di latte di riso se dovesse essere troppo densa ( deve risultare densa come una cioccolata calda) e poi mettete in frigorifero a rassodare per alcune ore. In un’unica ciotola oppure da dividere in tanta coppette bagnate precedentemente con il Gran Marnier oppure per zero alcool con del caramello.

Nel frattempo pelate le mele, fatele a tocchetti e mettetele a cuocere in una casseruola con il miele, lo zafferano sciolto in poca acqua e il calvados; fatele stufare a fuoco dolce fino a renderle caramellate, poi mettetele in frigo a raffreddare. Adagiate in una coppetta di vetro uno strato di mele e copritele con il budino, aggiungete una stecca di cannella a piacere vostro e abbondanti scaglie di cioccolato.

Budino di riso al cioccolato con mele allo zafferano

Consigli utili

ricordate che il budino quando è caldo è sempre liquido, prenderà consistenza nel raffreddarsi.

Riguardo al il riso avanzato ne ho parlato qui

Varianti

è possibile sostituire le mele con pere alla vaniglia.

Per l’abbinamento è d’obbligo un buon Calvados.

Consiglio di conservare il tutto separatamente in frigorifero, in contenitori chiusi ermeticamente. Assemblate il piatto solo al momento di servirlo, in questo modo potrà durare al massimo una settimana.

enricofulvio

Gli Sgabei: Tradizione e Gusto Ligure

Gli sgabei nascono da un’idea già allora molto ” green”: zero sprechi! La pasta avanzata dalla produzione del pane – quel tesoro basilare dell’alimentazione – veniva recuperata per dar vita a un piatto semplicemente irresistibile.

La storia degli ingredienti: All’inizio, nelle zone rurali, si usava la farina di mais e lo strutto, tipici del mondo contadino. Con il passare del tempo e il miglioramento delle condizioni di vita, la farina bianca ha preso il posto di quella di mais e l’olio ha sostituito lo strutto, rendendo gli sgabei più raffinati e delicati. Un’evoluzione che racconta molto della nostra cultura gastronomica.

Un patrimonio che unisce i territori: Anche se molti attribuiscono l’origine agli sgabei alla zona spezzina, in realtà questo piatto appartiene a un’intera area che abbraccia Liguria e Toscana. Un territorio ricco di sapori e tradizioni che trova nella semplicità e nel gusto la sua vera essenza.

Perché gli sgabei sono così amati?

Sapore autentico: Gli sgabei sono un vero capolavoro culinario. La loro semplicità è un punto di forza straordinario. Croccanti all’esterno, morbidi all’interno, rappresentano l’essenza stessa della cucina tradizionale. Perfetti da soli o abbinati a salumi e formaggi di alta qualità, conquistano immediatamente il palato con il loro gusto irresistibile.

Versatilità: La vera magia degli sgabei sta nella loro incredibile versatilità. Si trasformano con disinvoltura, accogliendo ripieni che spaziano dai salumi più saporiti ai formaggi cremosi, dalle creme dolci a quelle salate. Sono molto più di un semplice accompagnamento: sono un vero protagonista gastronomico, adatto a qualsiasi occasione, dal pranzo informale all’aperitivo raffinato.

Legame con la tradizione: Assaporare uno sgabeo significa compiere un viaggio emozionale. Ogni morso racconta secoli di storia, tradizioni culinarie e cultura locale. Non è solo cibo, ma un’esperienza che connette il presente con le radici più profonde del territorio, un patrimonio gastronomico che continua a vivere attraverso questi piccoli, straordinari capolavori.

Numerosissime le similitudini con il Gnocco fritto però le differenze ci sono, specialmente campanilistiche: provate a spacciare uno sgabeo con lo gnocco fritto ad uno spezzino e vedrete che cosa vi risponde. Ecco le differenze:

Impasto

  • Gnocco fritto: L’impasto è generalmente più morbido e lievitato, spesso arricchito con strutto o burro per renderlo più soffice.
  • Sgabei: L’impasto è più semplice, spesso a base di acqua, farina, lievito e sale, risultando più leggero e croccante.

Forma

  • Gnocco fritto: Solitamente ha una forma più irregolare, spesso quadrata o rettangolare.
  • Sgabei: Hanno una forma più allungata, simile a delle strisce, e sono solitamente più sottili.

Cottura

  • Gnocco fritto: Viene spesso cotto nello strutto, conferendogli un sapore più intenso e una consistenza più morbida.
  • Sgabei: Sono tradizionalmente fritti in olio d’oliva, rendendoli più leggeri e croccanti.

Servizio

  • Gnocco fritto: Viene spesso servito caldo, farcito con salumi e formaggi, oppure come accompagnamento a primi piatti.
  • Sgabei: Sono ideali da consumare caldi e croccanti, spesso come aperitivo o antipasto, accompagnati da salumi e formaggi locali.

Gusto

  • Gnocco fritto: Ha un sapore più ricco e burroso, grazie alla presenza dello strutto.
  • Sgabei: Hanno un sapore più delicato e croccante, con un retrogusto leggermente salato.

In sintesi:

CaratteristicaGnocco frittoSgabeiImpastoMorbido, lievitato, con strutto o burroSemplice, leggero, croccanteFormaIrregolare, quadrata o rettangolareAllungata, a strisceCotturaNello struttoIn olio d’olivaServizioCaldo, farcito o come accompagnamentoCaldo e croccante, come aperitivo o antipastoGustoRicco, burrosoDelicato, croccante, leggermente salato

Un’altra differenza:

  • Zona di origine: Sebbene entrambi siano diffusi in diverse regioni d’Italia, lo gnocco fritto è più tipico dell’Emilia-Romagna, mentre gli sgabei sono originari della Liguria (zona della Spezia e della Lunigiana).

Curiosità:

  • Altri nomi: Lo gnocco fritto è conosciuto anche come torta fritta o crescentina, mentre gli sgabei sono chiamati panzanelle in alcune zone della Toscana.
  • Varianti: Esistono numerose varianti di entrambi i piatti, a seconda della regione e delle tradizioni locali.

Preparazione 20 minuti min

Cottura 4 minuti min

Lievitazione 3 ore h

Portata antipasti

Cucina Italiana, Ligure

Porzioni 8 persone

Ingredienti

per l’impasto degli sgabei

  • 350 g farina 00
  • 150 g farina 0
  • 275 ml acqua
  • 8 g lievito di birra O 125 g di lievito madre
  • 2 cucchiai olio extravergine di oliva

Per friggere

  • q.b abbondante olio di arachidi bollente

Istruzioni

Preparazione dell’impasto

Sciogliete il lievito nell’acqua leggermente tiepida.In una ciotola mettete le farine e mescolate tra loro. Mettete nell’impastatrice l’acqua con il lievito e aggiungete metà farina.

Fate partire la planetaria alla minima velocità con il gancio a foglia e impastate per 3/4 minuti. Cambiate il gancio e mettete quello per il pane, aggiungete la parte restante di farina. Impastate ancora alla minima velocità per 2 minuti e infine aggiungete l’olio e il sale.

Impastate ancora finché non si formerà un composto liscio e omogeneo. Se l’impasto dovesse risultare troppo morbido e umido aggiungete gradatamente altra farina. Se invece dovesse risultare troppo duro o asciutto aggiungete poca acqua.

Formate una palla con l’impasto, mettetela in una ciotola leggermente oliata e lasciatela lievitare in forno spento con luce accesa per almeno 3 ore. Prendete l’impasto lievitato e stendetelo su una spianatoia infarinata con il mattarello, creando una sfoglia alta circa 5 mm

Ritagliate delle losanghe o dei rettangoli e lasciate riposare ancora 1 ora l’impasto tagliato sulla spianatoia coprendo con un canovaccio.

Frittura degli sgabei

Mettete abbondante olio di arachidi in una padella dai bordi alti. Fate scaldare bene l’olio e per controllare che sia a temperatura immergete il manico di un mestolo di legno nell’olio: se forma delle bollicine intorno la temperatura è perfetta.

Immergete pochi sgabei alla volta nell’olio con la parte che era all’aria rivolta a testa in giù nell’olio, così gli sgabei si gonfieranno perfettamente. Aiutandovi con un cucchiaio buttate l’olio caldo sugli sgabei che si gonfieranno e doreranno, cuocete per massimo 2 minuti per lato: devono essere gonfi e dorati, non bruciati.

Scolateli dall’olio con una schiumarola e adagiateli su carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso, portare in tavola subito per essere gustati così al naturale o tagliati a metà per essere farciti con salumi e formaggi.

Vini:

  • Rossi frizzanti: Un classico è il Lambrusco, sia nelle versioni secche che dolci. L’effervescenza e la freschezza di questo vino puliscono il palato e contrastano la leggera untuosità degli sgabei.
  • Rossi leggeri e fruttati: Un Bonarda o un Dolcetto possono essere ottime alternative al Lambrusco, offrendo note fruttate e tannini delicati che si sposano bene con la croccantezza degli sgabei.
  • Spumanti metodo classico: Per un abbinamento più elegante, uno spumante metodo classico (come un Franciacorta o un Trento DOC) può esaltare la complessità dei sapori degli sgabei, soprattutto se accompagnati da salumi pregiati.

Altre bevande:

  • Birra: Una birra artigianale chiara e non troppo amara, come una Pilsner o una Weissbier, può essere un’ottima alternativa al vino. La leggera carbonatazione e le note erbacee della birra si sposano bene con la croccantezza degli sgabei.
  • Cocktail: Un Spritz o un Aperol Spritz sono perfetti per un aperitivo a base di sgabei. La freschezza e l’amaricante di questi cocktail bilanciano la sapidità degli sgabei.

Consigli aggiuntivi:

  • Considera i condimenti: Se gli sgabei sono accompagnati da salumi molto saporiti, un vino rosso più strutturato potrebbe essere più adatto. Se invece sono conditi con formaggi freschi e erbe aromatiche, un bianco fruttato o uno spumante saranno più indicati.
  • Sperimenta: Non aver paura di provare abbinamenti diversi e di trovare la combinazione che più ti piace.
  • Temperatura: Servi i vini bianchi freschi e i rossi a temperatura ambiente.

Abbinamenti creativi:

  • Sgabei con salumi stagionati: Lambrusco secco, Bonarda, birra artigianale chiara.
  • Sgabei con formaggi freschi e erbe aromatiche: Pinot Grigio, Vermentino, spumante metodo classico.
  • Sgabei con verdure grigliate: Rosato fresco, birra chiara e fruttata.

Ricorda: L’abbinamento perfetto è quello che ti piace di più! Lasciati guidare dal tuo gusto personale e sperimenta con diverse combinazioni.